Neuralterapia

Per comprendere questo metodo di cura è bene dare dei cenni storici.

Le prime osservazioni risalgono al  1925, quando due medici tedeschi, i fratelli Ferdinand e Walter Hunecke, dopo aver fatto una iniezione intravenosa alla loro sorella, sofferente di emicrania, videro scomparire il male subito dopo, velocemente. Ripeterono un un secondo tempo, alla ricomparsa dell’emicrania, l’iniezione di analgesico, ma questa volta non ci fu risultato.

Succesivamente il fratello Walter, esaminando la composizione dei due farmaci,si accorse che con la prima iniezione era stata iniettatata per errore  una piccola quantità di anestetico locale,la procaina assieme all’antidolorifico.

Ipotizzarono allora che fosse stata la procaina ad aver risolto l’emicrania.

Questo anestetico, ad azione locale, fu introdotto nel 1905 e veniva utilizzato per piccoli interventi di breve durata, in quanto l’effetto era  di soli 15 minuti.

I due fratelli Hunecke supposero, dato che il periodo di assenza di dolore dall’emicrania fu lungamente superiore, rispetto alla durata dell’azione anestetica, che l’azione terapeutica fosse mediata dal Sistema nervoso neurovegetativo.

I primi risultati furono pubblicati nel 1928.

Nel 1940  a F. Hunecke si presentò una signora con una infiammazione dolorosa attorno ad una vecchia cicatrice di osteomielite ad una gamba.

Iniettò localmente la zona infiammata e dopo poco scomparvero anche i dolori che la signora aveva da molto tempo ad una spalla. Succesive osservazioni analoghe, portarono Hunecke a definire questo: “fenomeno del secondo” chiamato in seguito fenomeno di Hunecke ed elaborò il concetto di Campo perturbante o di disturbo, per spiegare come  una vecchia cicatrice poteva provocare una malattia a distanza. Questo campo di disturbo non sarebbe generato da agenti microbici ma determinato tramite la mediazione del Sistema nervoso autonomo vegetativo, vista la velocità della risoluzione .

Questa terapia venne chiamata NEURALTERAPIA, dato il collegamento con  la funzione del Sistema nervoso Autonomo, che funge  da riequilibratore,  riattivando i  naturali meccanismi di autoregolazione dell’organismo e la sua capacità di guarigione.

Le nostre cellule si comportano come delle piccole batterie sempre cariche e il loro funzionamento corretto ,dipende dalla loro polarizzazione intorno a 90 mV .

Ogni stimolo su di esse provoca una depolarizzazione a cui segue un’immediata ripolarizzazione grazie all’energia metabolica. Sotto l’azione di stimoli particolarmente forti sia essi chimici, traumatici o stressogeni, alcune cellule non riescono più a polarizzarsi  e funzionare correttamente ( rimangono scariche).

Lo squilibrio elettrico così creatosi genera un campo di disturbo, una zona che interferisce con tutto il resto del corpo e può creare effetti a distanza (dolore, malfunzionamento di certe strutture ecc.) dato che il corpo è una rete di interconnessioni mediato dalla Matrice interstiziale, la sostanza che riempie lo spazio tra cellula e cellula, regolata dal Sistema nervoso autonomo.

La sua funzione sarebbe quella  di un  sofisticatissimo computer i cui circuiti, per segnali anomali, posso alterarsi provocando le patologie.

La Neuralterapia, alla luce di tutto questo, agisce ripolarizzando ed eliminando i Campi di disturbo, ripristinando il potenziale elettrico delle cellule.

I Campi di disturbo  possono essere costituiti da:

  • cicatrici chirurgiche(interventi all’addome, torace, ernia, cesareo, episiotomia) o da ferite da taglio.
  • cicatrici dopo asportazione delle tonsille
  • sfera ginecologica o andrologica
  • sfera gastrointestinale

Una vecchia cicatrice potrebbe essere la causa di un dolore cronico ad una spalla o di una cefalea cronica, suscettibili di migliorare con le terapie ma non di guarire completamente a meno che non venga trattata quella cicatrice, divenuta campo di disturbo. Le cicatrici più significative sono quelle di vecchia data o rilevate a cheloide.

La Metodica

Consiste nell’iniezione  ,in genere sottocute, di piccole quantità di sostanza a bassa concentrazione di procaina, lidocaina o xilocaina localmente nella zona dolorosa ed eventualmente in certi punti di regolazione, che possono essere quelli di agopuntura, poi nelle sedi dei campi di disturbo (cicatrici, focolai patologici ecc.).

In alcuni casi può esser sufficiente una sola applicazione oppure sono necessarie diversi cicli di sedute, fino alla remissione dei sintomi; questo dipende dalla reattività del paziente e dal tipo di campo di disturbo.

Controindicazioni sono l’nsufficienza renale, epatica, cardiaca, trattamenti anticoagulanti, disturbi della conduzione cardiaca.

Le indicazioni sono:

  • Cefalea cronica, emicrania, nevralgie
  • artriti reumatiche, artrosi, dolori alla colonna vertebrale, sciatalgia, tendiniti.
  • malattie dell’orecchio, gastrointestinali, circolatorie, respiratorie.
  • distonie neurovegetative, disturbi ginecologici o andrologici.